La devozione al Cuore di Gesù
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Papa
Pio XII
ha scritto nell’enciclica
Haurientis Aquas,
que la devozione al cuore sacratissimo di Gesù è
“la scuola più
efficace della divina
carità” (72).
Questa devozione
“è scaturito
spontaneamente dalla
viva fede e dalla
fervida pietà,
che anime elette
nutrivano verso
la persona del Redentore
e verso quelle sue
gloriose ferite
che ne testimoniano
nel modo più
eloquente l'amore
immenso dinanzi
allo spirito contemplativo
dei fedeli” (52).
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Il Cuore di Gesù “rappresenta l'amore che egli ha avuto ed ha ancora per noi.
È
proprio per questa ragione che
il culto da tributarsi al cuore sacratissimo di Gesù è degno di essere stimato
come l'espressione ideale (absolutissima
professio) di tutto il cristianesimo.
(...) Ciò presupposto,
è facile concludere che
il culto al cuore sacratissimo di Gesù non è
in sostanza che il culto dell'amore
che Dio ha per noi in Gesù,
ed è insieme la pratica
del nostro amore verso Dio e
verso gli altri uomini. In altre
parole, tale culto si propone
l'amore di Dio come oggetto
di adorazione, di azione di
grazie e di imitazione; e inoltre
considera la perfezione del
nostro amore per Dio e per il
prossimo come la meta da raggiungere
mediante la pratica sempre più
generosa del comandamento nuovo
(60).
Al
papa Giovanni Paolo II
sta molto a cuore la devozione al Sacratissimo Cuore di Gesù.
Nell’omelia in occasione del
300-esimo anniversario della
morte di S.Margherita Maria
Alacoque ha detto: “Quando ero,
nel 1987, come pellegrino sulla
tomba di S.Margherita Maria,
ho pregato nello spirito della
tradizione della Chiesa, che la devozione al Cuore di Gesù
conosca un autentico rinnovamento.
Nel Cuore di Gesù, infatti,
il cuore dell’uomo conosce il
senso vero e unico della propria
vita e della propria missione.
Soltanto nel Cuore di Gesù,
l’uomo trova la capacità
per poter amare.”
Lo
stesso Papa disse in un'altra
omelia: “Gli elementi essenziali
di questa devozione sono costantemente
inseriti nella spiritualità
della Chiesa, nel corso di tutta
la sua storia. Fin dall’inizio
la Chiesa fissa lo sguardo nel
Cuore trafitto di Cristo crocifisso,
dal quale scaturirono sangue
e acqua, simboli dei sacramenti,
che fondano la Chiesa.”
Il
Catechismo della Chiesa cattolica
insegna: “Gesù ci ha
conosciuti e amati tutti, tutti
e ciascuno, durante la sua vita,
la sua agonia e la sua passione,
e per ognuno di noi si è
offerto: ‘Il Figlio di Dio mi
ha amato e ha dato se stesso
per me’ (Gal 2,20). Ci ha amato
tutti con un cuore umano. Per
questo motivo il sacro Cuore di Gesù, trafitto a causa
dei nostri peccati e per la
nostra salvezza è considerato
il segno e simbolo principale…
di questo infinito amore, col
quale il Redentore divino incessantemente
ama l’eterno Padre e tutti gli
uomini” (478).
Nel
direttorio su pietà popolare
è scritto:
“Non v’è dubbio, infatti,
che la devozione al Cuore del Salvatore è stata ed
è tuttora una delle espressioni
più diffuse e più
amate dalla pietà ecclesiale.
Intesa alla luce della divina
scrittura, l’espressione ‘Cuore di Cristo’ designa il mistero
stesso di Cristo, la totalità
del Suo essere, la sua persona
considerata nel suo nucleo più
intimo ed essenziale: Figlio
di Dio sapienza increata; carità
infinita, principio di salvezza
e di santificazione per l’intera
umanità. Il ‘Cuore di Cristo’ è Cristo, Verbo
incarnato e salvatore intrinsecamente
proteso, nello Spirito, con
infinito amore divino -umano
verso il Padre e verso gli uomini,
suoi fratelli (166).
La
devozione al Sacro Cuore “richiede
un atteggiamento di fondo fatto
di conversione e riparazione,
di amore e gratitudine, di impegno
apostolico e di consacrazione
nei confronti di Cristo e della
sua opera salvifica. Perciò
la Sede apostolica e i Vescovi
la raccomandano, ne promuovono
il rinnovamento” (172).
La
devozione al Cuore di Maria
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Nello
stesso Direttorio
è scritto
del Cuore Immacolato di Maria:
“All’indomani
della solennità
del Sacratissimo Cuore di Gesù, la Chiesa celebra la memoria del Cuore immacolato di Maria.
La contiguità
delle due celebrazioni
è già
in se stessa un
segno liturgico
della loro stretta
connessione:
il
mysterium del Cuore del Salvatore si proietta e si riverbera nel Cuore della Madre, che è
anche socia e discepola.
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Come
la solennità del Sacro
Cuore celebra i misteri salvifici di Cristo in modo sintetico
e riconducendoli alla loro sorgente – il Cuore, appunto -, così
la memoria del Cuore immacolato di Maria è celebrazione
complessiva dell’associazione
“cordiale” della Madre all’opera
salvifica del Figlio: dall’incarnazione,
alla morte e resurrezione, al
dono dello Spirito” (174).
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